CHI SONO
Scrivo in breve il mio percorso di studi ed in parte la mia piccola storia che è già piena di gratitudine per le cose che ho potuto fare e per le persone che ho incontrato e che mi hanno indicato la strada; sorrido al pensiero di cosa ancora dovrò conoscere e sono curiosa di ciò che la vita mi può ancora regalare.
Sono nata nel 1976 a Firenze e molto fiera di essere nata nel quartiere di San Frediano, uno dei quartieri più belli e popolari della mia città, soprattutto negli anni in cui ero piccola.
Dopo aver faticosamente finito il Liceo Scientifico N.Rodolico a cui avrei preferito lungamente frequentare l’Istituto d’arte, ho cercato di entrare nel corso di fisioterapia ma non essendoci riuscita a causa dello sbarramento del numero chiuso, ho seguito e terminato la scuola di 2 anni per il diploma di Massofisioterapia presso la scuola Enfap di Firenze.
Alcuni desideri ed i sogni che hanno radici profonde riemergono nel tempo: mi sono iscritta alla facoltà di Lettere al corso di Conservazione dei Beni Culturali e mi sono laureata con una tesi su l’artista toscano: Primo Conti; alla laurea è seguito poi, grazie ad un progetto europeo “Leonardo”, un periodo di sei mesi di tirocinio in una bottega di restauro a Clermont Ferrant (Francia) ed una preparazione per presentarmi al concorso per l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Al mio rientro, ho lavorato per 5 anni all’Istituto Prosperius di Firenze che si occupa di riabilitazione soprattutto ortopedica; poi finalmente, all’età di 28 anni, sono riuscita ad entrare al corso di Fisioterapia della Facoltà di Medicina di Pisa. Anni faticosi perché lavoravo e studiavo ininterrottamente ma utili per consolidare la scelta dell’ambito del mio lavoro.
Però paradossalmente, appena laureata, ho letto nell’estate del 2007 l’ autobiografia di Andrew Taylor Still e cosi ho “incontrato” l’osteopatia. Me ne sono innamorata subito perché l’osteopatia ha uno sguardo profondo sull’essere umano tenendo conto sia del corpo, sia della mente, sia dello spirito. Utilizzando solo le mani puoi “dialogare” col corpo del paziente attraverso tecniche strutturali, viscerali e cranio-sacrali. La sua filosofia ti spinge non a focalizzarti sulla lesione, cioè sul problema, ma ad avere una visione sull’insieme, sulla possibilità che la salute, insita in ognuno di noi, “inglobi” e curi ciò che non permette al corpo di vivere in armonia. Quindi ho deciso di iscrivermi alla scuola Sistema di Firenze di 6 anni per conseguire il Diploma di Osteopatia. In questi anni poi ho lavorato presso la Fondazione Don Gnocchi di Firenze, che si occupa di riabilitazione: è stata un’esperienza professionale molto arricchente perché ho potuto lavorare con pazienti con patologie respiratorie, cardiologiche, neurologiche e con pazienti amputati e post-coma; grazie alla Fondazione Don Gnocchi, ho potuto anche collaborare ad un progetto di cooperazione internazionale in una clinica a Makeni, in Sierra Leone (Africa).
Ho iniziato a viaggiare nel Sud del mondo a 19 anni, lo avevo sognato da sempre, ho sempre ascoltato fin da bambina con occhi sognanti storie di realtà diverse dalle nostre e così sono partita per un’esperienza di missione in Brasile; da quella esperienza in poi, ho sempre viaggiato cercando di dare un contributo con il mio lavoro nelle varie realtà che ho conosciuto, dove ciò era possibile e necessario. Ricordo con molto affetto l’esperienza in India presso le case di Madre Teresa a Calcutta, l’esperienza in Perù con il CEO (Collège d’Etudes Ostèopathiques-Campus Montrèal-Quebec), e l’esperienza in Lesotho nel progetto di riabilitazione nel Paray Hospital con il mio amico e collega Wolfgang Fasser.
Nel 2012 ho deciso di andare a San Diego (CA-USA) presso Osteopathic Center for Children sia per incontrare Viola Frymann, sia per frequentare i corsi di cranio sacrale e di pediatria osteopatica, sia perché avevo un forte desiderio di confrontarmi con realtà lavorative e scolastiche diverse da quelle italiane. E’ stato molto importante essere andata lì, Viola Frymann era già molto anziana, ma desideravo poter vedere questa clinica osteopatica nata dalla passione e dalla fedeltà di questa donna. Durante questi due corsi ho consolidato una maggior confidenza sulle tecniche craniali e mi sono avvicinata maggiormente allo studio dell’osteopatia pediatrica che durante il percorso di studi in Italia non avevo molto approfondito. Ho apprezzato anche l’attenzione che la clinica pone alla parte nutrizionale del bambino e all’integrazione dell’uso della fitoterapia con altri trattamenti e terapie.
Volendo continuare la mia formazione nell’ambito pediatrico ho seguito i seminari e la clinica all’ Osteopathic Center for Children (O.C.C) a Londra per tre mesi. Queste esperienze all’estero mi hanno permesso di comprendere diversi approcci osteopatici, capirne i limiti, le potenzialità e di confrontarli con la mia formazione italiana.
Sono tornata col desiderio di poter unire nel mio lavoro le qualità della scuola inglese e di quella italiana: apprezzo la precisione e la sistematicità della scuola inglese nell’individuare la diagnosi osteopatica e apprezzo l’affidarsi alla propria intuizione, la consapevolezza e la manualità appresi duranti gli anni di studio in Italia.
Desiderosa sempre di migliorare le mie capacità professionali ho terminato il percorso di Biodinamica “Movimento presente e la quiete”, un approccio osteopatico che si presta anche al trattamento dei bambini, con i prof. V. Cozzolino e E. Fiorio e dal luglio 2016 frequento la scuola di San Marino, riconosciuta dall’ O.C.C. di Londra, per conseguire il diploma di Osteopatia Pediatrica e a luglio 2019 ho conseguito il Diploma di Osteopatia Pediatrica alla scuola triennale di San marino riconosciuta dall’O.C.C di Londra.
Ecco che sono arrivata qua, grata per la vita e per le persone che ho incontrato e per quelle che non ho mai conosciuto se non attraverso i loro libri (come Andrew Taylor Still, William Garner Sutherland, Rollin Becker); vorrei lasciarmi sempre “confondere” per andare sempre più in profondità come scrive Etty Hillesum nel suo diario.
“Prometto di vivere questa vita sino in fondo, di andare avanti. Certe volte mi viene da pensare che la mia vita sia appena all’inizio e che le difficoltà debbano ancora cominciare, altre volte mi sembra di aver già lottato abbastanza. Studierò e cercherò di capire, ma credo che dovrò pur lasciarmi confondere da quel che mi capita e che apparentemente mi svia: mi lascerò sempre confondere, per arrivare forse a una sempre maggior sicurezza”